Il bambino al centro

Pedodonzia

Cosa significa fare la dentista dei bambini?

Mi sono sentita porre molte volte questa domanda da colleghi, pediatri e genitori ed ogni volta sono in difficoltà a riassumere in poche battute la complessità della risposta che vorrei fornire.
22 anni di contatto e confronto con i piccoli pazienti e l’esperienza personale, come madre di una bambina, mi hanno fortemente arricchito permettendo di sviluppare una grande sensibilità verso il mondo infantile.
Gli aspetti tecnici e scientifici della Professione,sono certamente importanti , ma curare un bambino è molto di più.

Il bambino è diventato sempre più il fulcro di una attenzione che in origine era la sua bocca.

È come se in questi anni avessi compiuto un viaggio che dal cavo orale mi ha portato a quanto vi si sviluppa intorno, nella convinzione che solo attraverso la comprensione e l’immersione nella dimensione umana – unica e impareggiabile – data dalla fanciullezza sia possibile trovare un canale di comunicazione e di operatività con il bambino.

Fare pedodonzia

Significa costruire un rapporto di fiducia ed empatia tale per cui il bambino sia in grado di sopportare l’idea che strumenti, rumori, sapori, mani altrui invadano quella porzione del suo essere che prima era solo un tramite di gratificazione (alimentare o psicologica).
Raggiunto questo fondamentale obiettivo, si procede nel senso operativo vero e proprio in cui tempi, modalità e ritmi di lavoro devono essere continuamente mutuati nel rispetto della disponibilità offerta dal piccolo paziente.

Le scelte operative e comportamentali dello studio sono:

Lo standard d'eccellenza

Dopo 4 anni dalla Laurea e centinaia di bambini curati, ho sentito l’esigenza di specializzarmi in Ortodonzia, 3 anni di percorso formativo post-lauream faticosi ed impegnativi, ma necessari al completamento della mia figura professionale.
Il bambino si fidava di me perché io ero stata la sua prima Dentista ed era spesso egli stesso od i suoi genitori a richiedere il mio aiuto anche in ambito ortodontico, perchè non voleva proprio saperne di essere curato da qualcun altro!
Questo poter trattare il piccolo paziente in armonia e spesso allegramente , da anni ormai fa parte integrante della mia vita lavorativa quotidiana.

Approccio "TELL-SHOW-DO"

Sempre e comunque vale la regola d’oro e fondamentale imparata presso l’università di Boston dal Prof. Spencer Frankl detta tecnica del : TELL-SHOW-DO > Spiega-Dimostra-Esegui.
 In Odontoiatria infantile la psicologia rappresenta l’80% mentre l’operatività solo il 20%.
Occorre quindi prepararlo con gradualità alla prima visita ed ai vari esami che possono seguirne, comprese le varie manovre di prevenzione o di terapia cui dovra’ sottoporsi.

Di fondamentale importanza sono la prima visita, consigliata dai 3 anni di età, che risulta essere un “avvicinamento” del bambino all’ambiente odontoiatrico ed i successivi controlli semestrali.

Centralità del bambino

il bambino viene osservato attraverso tutte le modalità comunicative (verbali e non).
 Questo passaggio rende possibile individuare il livello di ansia nei confronti delle procedure odontoiatriche, adeguando le stesse alla recettività del paziente;

Ambiente dedicato

Abbiamo un ambiente dedicato per attenuare il senso di estraneità e medicalizzazione degli spazi operativi; una stanza studiata solo per lui, ricca di colori, pupazzi, monitor TV