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Terapie parodontali

Una malattia infettiva troppo spesso trascurata

Il paziente affetto da malattia parodontale è spesso ignaro di cosa si tratti. Lamenta gengive facilmente sanguinanti e nei casi più gravi descrive gonfiori gengivali localizzati e mobilità di alcuni elementi dentari. È molto diffusa: circa il 60% dei giovani adulti di età compresa tra i 35 e i 44 anni ne è affetto.

È una malattia infettiva dovuta alla presenza di batteri che mostrano una aggressività specifica per i tessuti di sostegno della radice del dente. Oltre ai batteri la suscettibilità dell’ospite (familiarità), i fattori comportamentali come il fumo di tabacco ed una igiene orale non accurata contribuiscono all’insorgenza ed al mantenimento della malattia.

La diagnosi con visita e radiografia

La diagnosi di malattia parodontale viene posta a seguito di una visita accurata durante la quale vengono raccolte informazioni cliniche relative allo stato di salute generale del paziente (i pazienti diabetici presentano un maggior rischio di sviluppare la malattia parodontale), alla presenza di tasche parodontali ed alla loro profondità attraverso l’esecuzione del “sondaggio parodontale” e alla presenza di sanguinamento gengivale che testimonia una fase attiva della malattia. Questo dato clinico verrà poi arricchito da quello radiologico che prevede l’esecuzione di radiografie endorali.
La raccolta di queste informazioni consentirà di definire se il paziente soffra di malattia parodontale e di quale gravità: tanto maggiore il numero e la profondità delle tasche presenti quanto più grave sarà la malattia.

L'importanza del monitoraggio costante

Una volta terminato il ciclo di terapie il paziente dovrà essere seguito con cura nel tempo, in genere ogni quattro mesi. Questo affinché la motivazione sia sempre molto alta sia rispetto ad un’attentissima igiene orale domiciliare che contrasti la formazione della placca sopra gengivale, nemica numero uno di tali pazienti, sia rispetto allo stile di vita (lotta al tabagismo).

Come guarire

Per guarire la malattia parodontale è necessario eliminare le tasche e per fare questo bisognerà agire secondo un protocollo ben codificato scientificamente che prevede più livelli di azione. Il primo è rappresentato dalla “terapia causale” che prevede l’eliminazione di placca e tartaro sopra e sotto gengivale da parte dell’igienista dentale. La terapia causale si articola in più sedute, in ciascuna delle quali viene trattato un settore della dentatura, e si avvale dell’uso di strumenti manuali, ad ultrasuoni e laser. Il laser è infatti noto per il suo prezioso effetto antisettico e biostimolante nella guarigione delle ferite.

L'importanza dell'igiene orale quotidiana

Il secondo livello di intervento è rappresentato dall’istruzione del paziente al metodo corretto per il mantenimento di una buona igiene orale domiciliare attraverso l’uso di spazzolino elettrico, filo interdentale, scovolini (se necessari) e pastiglie rivelatrici di placca.
Al termine della fase di terapia causale, raggiunta la salute dei tessuti di sostegno del dente, l’assenza di sanguinamento al sondaggio e una buona collaborazione all’igiene orale domiciliare da parte del paziente l’Odontoiatra che si occupa di Parodontologia (ovvero della diagnosi e della cura della malattia parodontale) valuta se il paziente possa essere avviato ad un terzo livello di intervento che prevede la correzione chirurgica di quelle tasche parodontali che non siano completamente guarite con la terapia causale o di interventi di rigenerativa con o senza materiali da innesto biocompatibili.